Cosa si gioca in Emet?


Rileggendo il regolamento, questo è il primo bandolo che ho deciso di svolgere.

Durante il Game Chef puntavo a far giocare la relazione tra “Padrone di un costrutto” e “Costrutto” (robot, androide, golem, giocattolo, spaventapasseri, altro) per far scoprire il punto più profondo del rapporto tra questi due personaggi.

Considerando anche che il Costrutto è qualcosa che non ha una coscienza - inteso come auto consapevolezza - perché è un oggetto, una cosa creata con un singolo scopo, mi affascinava l’idea di approfondire il tema per niente banale della sua presa di coscienza, ma non ero riuscito a ragionarci bene ai tempi. Pochi giorni per sviluppare il gioco e poca voglia di ragionarci post contest.

(Nota: questa cosa mi è venuta solo dopo aver visto Toy Story 4. Appena prima di vedere il film, il gioco che volevo inviare era totalmente diverso.)

Adesso, senza stare a definire cosa sia la coscienza perché non ho né la preparazione, né il ruolo per farlo, posso dire di volere approfondire questo dettaglio. Mi interessa portare in gioco anche la possibilità che il Costrutto possa diventare o meno auto consapevole.

Do Androids Dream of Electric Sheep?

Senza entrare nel vizioso circolo di ricercare ovunque delle citazioni, già ai tempi del Game Chef (e anche in queste ultime settimane dopo aver letto alcuni articoli) mi chiedevo se un costrutto potesse essere in grado di comprendere sé stesso avendo la possibilità. Ci sono tantissimi esempi di fiction legati a questo tema - uno tra tutti che mi è piaciuto molto è Detroit: Become Human - e solo negli ultimi giorni ho avuto voglia di approfondirlo.

  • Perchè il Golem di Praga ha dato di matto e come si è sentito il rabbino Judah Loew a spegnerlo?
  • Come si potrebbero sentire i giocattoli della serie di Toy Story se i loro padroni li abbandonassero?
  • Come affrontano il loro rapporto Michael Knight e KITT?
  • Cosa succede se un androide prende coscienza di sé e decide di non voler morire?
  • Cosa succede se il Padrone considera il costrutto un semplice “oggetto”, mentre il Costrutto ha effettiva capacità di comprendersi?

Ecco, questo è il succo del gioco. Voglio che Emet faccia riflettere i giocatori proprio su queste incertezze, oltre che sull’obiettivo iniziale (imperfezioni e difetti, relazioni e affezioni).

  • Il Padrone inizialmente deve esser certo solo di essere affezionato al Costrutto come potrebbe esserlo per una matita. Piano piano scopre se lui stesso può provare di più e se il Costrutto è di più.
  • Il Costrutto invece deve essere inizialmente certo solo che è stato ideato con uno scopo. Dopo che è stato acceso di nuovo però potrebbe scoprire che non è solo quello scopo ciò che vuole.

Il come farlo l’ho già messo giù nel regolamento abbozzato che trovate anche qui, ma voglio cercare di capire se è effettivamente questa la strada da percorrere.

Questa sera dovrei testare il gioco dopo un sacco di tempo. Vediamo come va.

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Comments

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(2 edits)

Molto bene! Ricordati di prendere appunti durante la sessione e che è utile, poi, parlare di com’è andata.

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Sì, gli appunti li prenderò direttamente sulla stampa che mi sono fatto del regolamento (più abbozzato, rimuovendo gli esempi etc…).

Per il parlare a fine partita, bhe, considera che è parte integrante del gioco. Anche nel regolamento iniziale avevo impostato una ultima parte non narrativa in cui i giocatori esplorano ancora i personaggi e il loro rapporto parlando facendo una specie di zoom out. In questa parte, se qualcuno ha seguito la partita può inserire dettagli e considerazioni proprie. Mi piaceva (e mi piace ancora) l’idea che quello che è venuto fuori al tavolo come narrazione può essere una specie di caso studio a cui i giocatori si riferiscono per capire meglio il rapporto.

Aggiornerò comunque la parte di community aggiungendo il playtest. ;)

Ottimo! Allora aspetto di leggere lì.